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E’ TEMPO DI CAMMINARE A PASSO SVELTO .
Si necessita di persone preparate a navigare tra il reale ed il virtuale per abitare nuovi luoghi.

La pandemia ha complicato non di poco il quadro per chi cerca lavoro.

Tuttavia ci sono delle competenze, delle capacità ancora oggi introvabili sul mercato.
Profili richiestissimi dalle aziende ma estremamente rari in quanto iperspecializzati.
Ad esempio il “broad band architect”, il “cloud architect”, il “data scientist”, l’“energy manager”, il “growth hacker“, l’ “ux designer” sono solo alcune delle professioni più richieste sul mercato nazionale e internazionale, in considerazione anche dei nuovi trend che stanno emergendo e che interessano ovviamente le nuove tecnologie e la sostenibilità.

E’ necessario rivedere anche il piano di studi per la formazione universitaria per alcuni corsi di laurea, come ad esempio il mio adorato corso in Scienze della Comunicazione, che come  altri corsi di laurea, è certamente idoneo a preparare le nuove generazioni a queste particolari figure.
Occorrono  saperi umanistici miscelati a saperi tecnologici.
E ancor più importante è realizzare, soprattutto in Italia, l’alternanza teorico-pratica negli anni di formazione scolastica e universitaria.

Parlo per contezza, altrimenti ha ragione Bruno Vespa , quando nel lontano 2009, chi sa poi perché, consigliava di non iscriversi  a Scienze della Comunicazione.

Che assist… cavolo… avevo da poco più di un anno, inaugurato nella mia città, il primo studio professionale presente in Regione, qualificato a svolgere consulenze in ambito Comunicazione d’Impresa, Istituzionale e Sociale…😊

Il mio destino di comunicatore era già scritto, dovevo solo comprendere. Per molti giovani oggi è la stessa cosa .

Comprendere la strada che più si confà alle nostre attitudini.

Ad esempio io, grazie alla mia curiosità e scaltrezza, compresi allora, alcune delle tante tecniche di ripresa, foniche, di fotografia, cinematografica e industriale, applicate sui set cinematografici, televisivi e teatrali, oggi prezioso bagaglio d’esperienza professionale.

I due anni capitolini sono stati per me un bel momento formativo, che testimoniano ciò che in teoria ho appreso all’università, al master e ai tanti corsi e laboratori per  la mia professione.

I due anni trascorsi a Roma, tanto il tempo che mi ero riservato al fantastico mondo del cinema e della televisione, un quotidiano “mondo” parallelo a quello dei più, decisamente reale rispetto al mondo dei Social network;

I due anni trascorsi a Roma (dicevo ) mi hanno regalato la possibilità di curiosare, fare amicizia e quindi ottenere permessi in spazi dove poter ascoltare e vedere all’opera registi come Martin Scorsese, Costa-Gavras, Tony Brandt, Manetti Bros, Barbara Pastrovich, solo per citarne alcuni.

Scenografi come Dante Ferretti,  addetti stampa e comunicazione alla Enrico Lucherini: insomma quando si dice “unire l’utile al dilettevole” o “impara l’arte e mettila da parte”.

Cinema e televisione, gli strumenti più potenti per la comunicazione di massa di allora.

Da Cinecittà e agli Studi De Paolis, ai riscontri sociologici studiati all’università e ancora oggi approfonditi.

In Italia, soprattutto in Molise, bisogna seriamente rimescolare le carte.

I ragazzi di oggi non possono e non devono più stare solo chini sui libri per anni, con la sensazione di studiare solo nozioni teoriche.

No.

A tutti i livelli di studio, dai corsi professionali, ai licei e all’università, si deve dare l’occasione di guardare al di là del proprio banco e della fila di libri.

Stage, tirocini, apprendistato chiamateli come vi pare, l’importante è che siano realizzati in sinergia con i vari step dedicati all’istruzione scolastico-universitaria.

E’ TEMPO DI CAMMINARE A PASSO SVELTO .
Si necessita di persone seriamente preparate a navigare tra il reale ed il virtuale per abitare nuovi luoghi.

RIZIERO DI PIETRO il DESTINO DI UN COMUNICATORE